La lunga marcia di pace e speranza La commozione sulle parole della vedova Beci La commozione. Il saluto Allo stadio In preghiera Gli imprenditori L'inno mariano in contemporanea con Lourdes
MACERATA - Gratitudine, creatività, dono, mistero, vocazione, pace. Tutto questo è nello spirito del pellegrinaggio Macerata-Loreto dedicato alla Madonna. E ieri, per la ventiseiesima volta - sempre uguale e diversa a un tempo - l'emozione di vivere all'altezza dell'amore ha attraversato e trascinato il cuore di ogni persona presente all' Helvia Recina di Macerata. Tutto è iniziato alle 18, come previsto, con il primo afflusso di pellegrini da Acqualagna, Isernia, Vasto, Lanciano. Lo stadio ha cominciato a riempirsi di gente con zaino, scarpe da tennis e cappellini blu e gialli, i colori del Pellegrinaggio. Dopo i canti, alle 20 e 35, l'attesa è culminata nell'avvio della solenne celebrazione. In apertura il saluto del sindaco Meschini. A seguire, per sottolineare il valore del camminare insieme, sono intervenuti Paola Bignardi, presidente nazionale di Azione cattolica e l'assistente generale di Ac monsignor Francesco Lambiasi. Una delle intenzioni del pellegrinaggio riguarda, infatti, la manifestazione che si svolgerà dal primo al 5 settembre a Loreto alla presenza del Papa. Tanta, tanta commozione è arrivata sulle parole di Carla Beci, esile e vestita di nero, vedova di Marco, funzionario della cooperazione internazionale morto a Nassiriya: "Mi faccio pellegrina tra voi, questo mi aiuterà ad asciugare le lacrime. Ma dalla tragedia viene il messaggio del perdono, Marco aveva tra le sue cose un cd con un corso di lingua araba per dialogare con i bambini e i sofferenti. Lo sento vicino grazie ai nostri tre bambini e ai nostri quattordici anni insieme, consacrati da Dio". Molte le parole dedicate alla pace, da sempre nelle intenzioni del pellegrinaggio proposto da Comunione e liberazione, e all'Iraq. Parole che tracciano il cammino della mente e del cuore, segno di un'affascinante geografia europea della fede, dell'amore, dell'amicizia. Soprattutto ora che si inneggia alla morte e alla distruzione. E' stata una forte emozione, palpabile, sentirle pronunciare. Sì, perché anche il linguaggio è una forma d'amore. E per le parole violente, intrise d'odio, che si ascoltano e pronunciano ogni giorno, ieri a Macerata non c'è stato spazio. Andrea Angeli, maceratese, funzionario dell'Onu e portavoce della Coalizione provvisoria in Iraq ha invitato tutti a mantenere viva la solidarietà per le vittime della guerra, per la loro ingiusta sofferenza, per i troppi morti iracheni e non, che hanno perso la vita. Altro momento suggestivo è stato il canto in contemporanea a Macerata e Lourdes dell'inno mariano "E' l'ora che pia". Alle 21 è arrivata la Fiaccola della pace benedetta dal Santo Padre. "Sarà una notte di speranza, attese, penitenza, invocazioni e preghiera", ha detto nell'omelia il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio consiglio della giustizia e della pace, appena tornato da una guerra dimenticata, in Uganda, dove ha visto con i suoi occhi autentici campi di concentramento. -"Al Santuario di Loreto, ai primi bagliori di un'alba di luce - ha continuato - troverete la Madonna ad accogliervi. La pace è compito e responsabilità. Le religioni non possono mai diventare pretesto di guerra, ma strade per educare al dialogo. Rifiutate la violenza. Preparate la civiltà della pace". Presenti idealmente al pellegrinaggio, tra gli altri, anche il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, il presidente della Camera dei deputati Pier Ferdinando Casini, Giulio Andreotti, monsignor Elio Sgreccia, vicepresidente della Pontificia accademia per la vita, Luigi Giussani. Moltissimi i personaggi della politica, di centrodestra e centrosinistra, il sindaco, il prefetto, il questore, assessori, consiglieri e parlamentari, i vescovi. Tra la folla anche gli imprenditori Maria Paola Merloni e Adolfo Guzzini, i candidati alla presidenza della Provincia di Macerata Capponi e Silenzi, l'allenatore della Sicc Bpa Luigi Gresta, fresco di promozione in A1. Al termine della messa, dopo la comunione, i quattordicimila presenti allo stadio e tutte le persone, tantissime, che hanno atteso fuori, sono partite. Così ancora una volta, l'idea di don Giancarlo che è diventata uno straordinario appuntamento per la città di Maria e della pace, si è concretizzata, grazie anche ai quattrocento volontari che si sono occupati di garantire ordine e serenità. Secondo le previsioni, stamattina a Loreto, arriveranno in cinquantamila. Per una carica di pace.