Era il 1294 quando dopo la caduta del regno dei crociati in Terra Santa, un esponente della famiglia Angeli, regnanti dell’Epiro, mise in salvo i resti della casa della Vergine a Nazaret trasferendoli a Loreto. Da allora la devozione popolare ha identificato quell’atto nel trasporto in volo della Santa Casa da parte degli angeli e il 9 dicembre di ogni anno la Chiesa di Macerata ne fa memoria con una Santa Messa, la proclamazione della data del pellegrinaggio Macerata Loreto e l’accensione del “Falò per la venuta della Santa Casa”. Paolo Ondarza ne ha parlato con Ermanno Calzolaio, presidente del Comitato Pellegrinaggio Macerata Loreto.
R. – Tra il 9 e il 10 dicembre la Santa Casa arrivò a Loreto. Legato a questo grande evento è il gesto del falò che viene proposto la sera del 9 dicembre per riprendere questa antichissima tradizione delle campagne maceratesi, attraverso cui si accendevano i “fuocheracci”, cioè dei falò nelle case di campagne per tracciare la strada agli angeli che trasportavano la Santa Casa. Si voleva indicare la strada alla Santa Casa. Dio ha bisogno degli uomini per entrare nella storia dell’uomo, del contributo del sì di ciascuno, perché questo grande evento che è la presenza di Cristo nella storia venga accolto.
D. – Un bel richiamo alla responsabilità di ogni singolo fedele...
R. – Assolutamente sì. Oltre che alla responsabilità, all’accettare questo dono che ci giunge inaspettato e che la Chiesa da 2000 anni ogni volta attende. Lo attende proprio perché è la proposta di riscoprire che ogni uomo ha bisogno di Dio. Il gesto avrà luogo il 9 dicembre con l’inizio presso la cattedrale di Macerata, dove ci sarà la Santa Messa presieduta dal vescovo di Macerata Sua Eccellenza mons. Claudio Giuliodori, poi vi sarà un breve pellegrinaggio dalla cattedrale fino alla piazza, dove ci sarà l’annuncio della data del prossimo pellegrinaggio a piedi Macerata-Loreto, che sarà il 12 giugno 2010, e poi l’accensione del falò con canti di festa intorno al fuoco.
D. – Quanto gli abitanti di Macerata sono legati a questo atto, che lei diceva non è solo tradizione e rievocazione, ma è qualcosa di più...
R. – Noi siamo colpiti da quante persone rispondono a questo invito ogni anno di più. La piazza ogni anno è piena intorno a questo fuoco.
D. – Ogni anno la tradizione si ripete, ma il messaggio non cambia...
R. – Il messaggio ormai permanente riprende quella frase che pronunciò don Giussani in piazza San Pietro davanti al Santo Padre il 30 giugno del 1998: “Il vero protagonista della storia è il mendicante”: Cristo mendicante del cuore dell’uomo e il cuore dell’uomo mendicante di Cristo.