L’evento. Alle 23 in marcia. Arriveranno stamani. La manifestazione casualmente nella notte del referendum. E si trasforma in un corteo di testimonianza
MACERATA Stadio gremito, canti, striscioni, preghiere. Trecento pullman da tutta Italia, 20.000 persone alla messa a Macerata, 60.000 all’arrivo a Loreto. Al ventisettesimo pellegrinaggio Macerata-Loreto c’è anche Giuliano Ferrara, venuto a parlare di don Giussani e Giovanni Paolo II, ma il discorso ovviamente finisce sul referendum e l’astensione.
«Spero sia la notte nel non voto dice Rita De Francesco, romana, rappresentante del Papaboys affido il referendum alla Madonna, saprà cosa fare».
Chi marcia verso la basilica di Loreto ha una preghiera nel cuore. Qualcuno la rileva, altri no. «Ho una mia intenzione dice Maria Paola Merloni, presidente di Confindustria Marche segretissima». Al suo secondo pellegrinaggio, è con il padre Vittorio. Sono appena rientrati dalla festa a Tolentino del conte Brachetti Peretti. Hanno fatto una scappata veloce a casa per cambiarsi e poi via allo stadio Helvia Recina di Macerata per la messa prima della partenza. Papà Vittorio ce la metterà tutta per arrivare fino a Loreto ma già mette le mani avanti: «Non garantisco di fare tutti e 27 i chilometri a piedi». Cosa chiede alla Madonna? «Che mi dia il coraggio di andare avanti soprattutto nel lavoro». Poi aggiunge: «Dalla vita ho avuto fin troppo, vado a Loreto per ringraziare e non per chiedere». Padre e figlia oggi andranno a votare. Vittorio dichiara di votare «due si e due no», Maria Paola preferisce non dire come voterà. Roberto Giannotti, di Fi e Cl, vice presidente del Consiglio regionale, si definisce «un abbonato del pellegrinaggio. Se voto? Oggi mi asterrò». Non andrà a votare neanche il consigliere comunale di Macerata, Uliano Salvatori (Fi, Cl). Non vota neanche il vice ministro all’economia Mario Baldassarri (An): «Ritengo che sia il Parlamento a doversi occupare di temi così delicati». Quanto al pellegrinaggio Baldassarri, nato e cresciuto a Macerata, dice: «La marcia l’abbiano inventata noi che alla fine dell’anno scolastico ’63-’64 in 40 siamo andati a piedi a Loreto per ringraziare della promozione. Poi la marcia non venne più fatta. Più tardi venne ripresa da don Giancarlo e industrializzata».
Ed eccolo don, pardon, monsignor Giancarlo Vecerrica allo stadio di Macerata, di nuovo come le scarpe da tennis ai piedi. In 27 anni ha fatto crescere i pellegrini da 200 a 60.000. Quandò iniziò era l’insegnante di religione che andava a piedi con i suoi scolari a Loreto per ringraziare della promozione. Oggi sono in 60.000 circa (ventimila alla partenza, gli altri si aggiungono durante il percorso), gli scolari ormai si confondono nel fiume di di persone. Ci sono sì tanti giovani, ma anche tanti laici, gruppi da ogni parte d’Italia e dall’estero. Organizza Comunione e liberazione ma il pellegrinaggio è smarcato. E lo si vede anche dai ”Vip“ che vi hanno partecipato nelle edizioni passate: Sergio Cusani, presidente dell’associazione Liberi, la vedova del dottor Carlo Urbani, il medico-eroe morto dopo aver scoperto la Sars, i cantanti Ron, Lighea, Tosca e Gaetano Curreri (voce degli Stadio), l’olimpionico Gelindo Bordin, l’attrice Piera Degli Esposti, don Oreste Benzi. Quest’anno oltre a Ferrara, c’è Savino Pezzotta (leader della Cisl). La messa è stata celebrata dal cardinale Angelo Scola.
E anche quest’anno non è mancata Rosa Pocognoli, 82 anni, di Esanatoglia, è la sua 27esima volta. Uno striscione in mezzo allo stadio dice “Gruppo tend di Matelica”: sono della Tendopoli di San Gabriele, Michele Tavolini, 18 anni, Tiziana Bartocci, 15, Riccardo Biondi, 17, Chiara Trampini, 30, Paolo Liberati, 27. Per tutti parla Paolo, ex Cl: «Vorremmo un po’ di rinnovamento in parrocchia come, ad esempio, cantare con le chitarre elettriche alla messa, e anche che ci sia maggiore conversione nei giovani». Anche loro, i maggiorenni, non votano.