A nome mio personale, dell’amministrazione comunale e di tutta la città di Macerata un saluto e un benvenuto a tutti i partecipanti a questo 31° Pellegrinaggio Macerata-Loreto.
Un saluto particolare a S. Em. Mons. Sepe e S. Ec. Molinari e insieme a lui un saluto particolarmente caloroso ai pellegrini provenienti dalle tendopoli del terremoto in Abruzzo, a cui noi marchigiani siamo particolarmente vicini per aver vissuto un’analoga esperienza anche se meno luttuosa pochi anni fa. E' per me quello di quest’anno un saluto particolarmente sentito perche e l’ultimo da sindaco di questa città, ed e per questo motivo che ho voluto parteciparvi rinviando di una settimana un importante viaggio in Cina per la preparazione delle celebrazioni, il prossimo anno, dell’anniversario della morte del nostro piu illustre concittadino, Padre Matteo Ricci, missionario gesuita che 400 anni fa porto il messaggio evangelico in quella lontana terra, ottenendo rispetto e stima fin dentro i palazzi imperiali. Permettetemi allora, in questa ultima occasione, di spogliarmi delle vesti di sindaco e di poter fare un saluto meno formale ma piu sentito da credente. Voglio esprimere la mia gratitudine agli organizzatori per aver sempre legato la riflessione e il significato del Pellegrinaggio agli aspetti piu importanti che in quel momento caratterizzavano la vita di tutti noi; cosi come hanno confermato quest’anno con un’attenzione alla crisi, al terremoto e alla morte del piccolo Antonio. Momenti di vita personali, nazionali e internazionali per sottolineare il legame e la metafora del pellegrinaggio con la vita e con l’esperienza di fede. Una fede, quella cristiana, non per niente definita storica, nel senso che e legata all’incarnazione nella vita di ciascuno di noi, e quindi alla storia concreta degli uomini di ogni tempo, con l’obiettivo di cambiare radicalmente il rapporto di ciascun uomo con Dio e con gli altri uomini; nel rapporto sia personale che sociale, nell’osservanza di un unico comandamento che diventa unico criterio di valutazione: amare Dio e amare gli uomini tutti. Un augurio, pertanto, voglio lasciare con questo ultimo saluto: a tutti noi, che il pellegrinaggio sia un’esperienza non isolata di una notte ma la sottolineatura di una ricerca continua di Dio come ci ha ricordato Mons. Forte, pochi giorni fa, parlando al Convegno Pastorale Diocesano; al Pellegrinaggio di continuare ad essere stimolo per l’esperienza di fede e di vita di ciascun partecipante, affinche tenga sempre gli occhi puntati sull’uomo, sapendo guardarlo con lo sguardo misericordioso di Dio. Infine, un ringraziamento: agli organizzatori, a Mons. Vecerrica, anima del Pellegrinaggio, ai volontari, a tutti i dipendenti delle amministrazioni pubbliche che offrono il loro servizio per il miglior svolgimento del Pellegrinaggio e a tutti voi che partecipate. Buon pellegrinaggio a tutti.