Oltre 50 mila presenze, un nuovo record, al pellegrinaggio Macerata-Loreto, quest’anno caratterizzato dal tema della pace. Sempre più maestoso, dunque, l’arrivo nella città mariana del lungo serpentone umano: poco dopo le 6 la testa del corteo, con don Giancarlo e gli animatori, cominciava ad affluire nel catino del Bramante, dopo neanche 8 ore di cammino per 30 chilometri. Alle 7,30 la gente continuava ancora ad arrivare nonostante che molti, come sempre, fossero stati prelevati dai parenti alla fine della discesa di Montereale, dopo lo spettacolo e la commozione del fiume colorato che, ininterrotto, scende verso la Basilica. Questo per "le ali ai piedi", con il dovuto rispetto per chi, come la russa Tatiana a San Firmano, proprio per i piedi doloranti, ha dovuto gettare la spugna. Oppure per Emanuele, quarta ginnasio a Civitanova, che è arrivato alla fine camminando sui carboni. Quanto alla festa, c'è stata eccome. Gente lieta nonostante la fatica. Pronta a passare dal rosario e dal canto liturgico alle canzoni partenopee di napoletani veraci ("O sole mio" ha tenuto lontana la pioggia fino a dopo l'arrivo) e ai canti di montagna. Sul far dell'alba, un gruppo di universitari di Bologna, prima di Chiarino, cantava la "Ceseta de Transacqua" e "Monte Canino" che sembravano alpini.