Il "popolo che cammina nella notte" è "l'immagine della Chiesa che, da una parte, non cammina ancora nella pienezza della luce" ma, dall'altra "ha una meta precisa dove incontrerà quel Cristo che Maria ha generato". Lo ha detto a Loreto il card. Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, che domenica mattina ha accolto i partecipanti al 32° pellegrinaggio a piedi Macerata-Loreto. L'edizione di quest'anno è stata dedicata ai martiri cristiani e, in particolare, è stato ricordato mons. Luigi Padovese. Il card. Caffarra, per il quale questo pellegrinaggio dimostra una volta di più che "in Italia un popolo cristiano esiste ancora ed è anche costituito da tantissimi giovani", ha affidato tutti i pellegrini all'"abbraccio di Maria", colei che "ci ha donato il Salvatore". E l'arcivescovo di Loreto, mons. Giovanni Tonucci, ha invitato i pellegrini a "portare a casa il sì di Maria". Ha poi rivolto un pensiero particolare alla Terra Santa: il ricavato della colletta della mattina a Loreto è stato infatti devoluto per sostenere le spese del restauro della Casa di Maria a Nazareth. "È importante - ha detto - che questa solidarietà che noi già viviamo attraverso il gemellaggio tra Loreto e Nazareth, sia condivisa, perché è una responsabilità per tutti i cattolici". Mons. Giancarlo Vecerrica, vescovo di Fabriano-Matelica, che per tutta la notte ha guidato i pellegrini, ha indicato nell'"unità di popolo" che camminava, "un segno di speranza: in questo mondo pieno di scoraggiamento e di fiducia, di crisi, c'è bisogno di chi, soprattutto ai giovani, faccia proposte di vita, proposte di unità e proposte profetiche", come il percorso dei pellegrini verso la casa di Maria, "che è la vera profezia, il vero ottimismo per l'uomo". Proprio per questo il vescovo, terminato l'evento, ha portato nel pomeriggio la statua della Madonna di Loreto in uno degli stabilimenti più in crisi della sua diocesi e lì ha celebrato una messa con i lavoratori. Al pellegrinaggio ha preso parte anche il vescovo di Chia, in Colombia, mons. Hector Cubillos, per il quale il cammino è "stata un'esperienza meravigliosa; il racconto di questo gesto alla mia gente sarà uno spunto di nuova evangelizzazione". "In Sud America ci sono molte credenze eterogenee e tante Chiese cristiane, ma tutti hanno fede nella Madonna".
In circa 90.000 (confermati dal comitato stesso) sono giunti domenica 13 giugno all'albeggiar del giorno a Loreto i pellegrini partiti la sera prima da Macerata per la 32^ edizione del Pellegrinaggio da Macerata a Loreto, che hanno camminato tutta la notte sull'esempio di padre Matteo Ricci, indicato dal vescovo di Macerata, mons. Claudio Giuliodori: "Ci è particolarmente vicino il Santo Padre Benedetto XVI, che abbiamo incontrato il 29 maggio scorso nell'aula Paolo VI per ricordare la straordinaria figura del grande apostolo della Cina padre Matteo Ricci nel IV centenario della morte". Innanzitutto abbiamo notato molti pellegrini giunti anche dall'Europa (Svizzera, Germania, Francia, Inghilterra) e dall'America Latina, come dimostra la presenza del vescovo colombiano di Zipaquirà, mons. Hector Cubillos, perchè "i credenti colombiani hanno una speciale adorazione per la Madonna di Loreto ed il Pellegrinaggio è un momento molto forte per i giovani, tanto che in contemporanea con la Santa Messa allo stadio di Macerata, in 6 città è celebrata una cerimonia liturgica in comunione con il Pellegrinaggio". Ma l'attenzione dei fedeli è stata captata da una donna di piccola statura, Rosa Busingye, fondatrice del Meeting Point Kampala Association. La sua squillante voce in perfetto italiano ha raccontato il suo lavoro quotidiano in Uganda con pazienti affetti da Aids e malattie infettive: "Mi prendevo cura ogni giorno di 2000 pazienti e 2500 orfani e mi sembrava che lavorassi per gli altri. Poi però mi sono accorta che ad un certo punto nulla andava bene e neanche quei pazienti erano felici del mio aiuto. Sono ripartita e ho cominciato a vivere veramente solo quando ho saputo rispondere alla domanda chi sono. Sono diventata libera appartenendo. Quando sono in crisi è stato perchè pensavo che tutto dipendesse da me poi mi sono accorta di appartenere ai malati. Questa sera vi voglio comunicare la commozione sconfinata per esistenza di ciascuno". Nell'omelia il Cardinale Carlo Caffarra, Arcivescovo di Bologna si è rivolto ai giovani: "Arriverà il momento questa notte in cui vi sentirete stanchi, vi faranno male i piedi. E allora sei tentato di fermarti. E pensi che non ce la fai più a portare la croce di una malattia o di una grave sofferenza, che non sopporti più i tuoi genitori, che stai consumando i tuoi giorni perchè non ti impegni nel lavoro o nello studio, che non riesci a non avere rapporti sessuali colla tua ragazza prima del matrimonio. Cari fratelli: Cristo è tutto. E' la via, è la meta, è la forza che ci fa camminare". Partecipi di questo augurio i fedeli hanno percorso le strade notturne verso la Santa Casa di Loreto.