In sessantamila giungono a piedi alla meta
Ferrara star ma a Loreto arriva in auto
LORETO - “Siamo qui come mendicanti, per ritrovare il senso della vita”. Quasi un incitamento per i cinquantamila pellegrini - poi cresciuti fino a sessantamila - che, nella notte fra sabato e domenica hanno partecipato al pellegrinaggio Macerata-Loreto. Il cardinale Angelo Scola, patriarca di Venezia, ha incentrato su questa immagine il suo messaggio. Da 27 anni la manifestazione, voluta dal vescovo di Fabriano Giancarlo Vecerrica, si svolge nella notte del primo sabato dopo la chiusura delle scuole. Ma quest’anno ha un significato in più, in coincidenza con il referendum sulla procreazione assistita. E il richiamo di Scola è palese. Giovani, famiglie, anziani. Il popolo di Cl - che promuove la manifestazione - è accorso in massa. Ci sono anche nomi di spicco, come il segretario della Cisl Savino Pezzotta, il giornalista Giuliano Ferrara, il presidente di Confindustria Marche Maria Paola Merloni che per l’occasione si è portata dietro papà Vittorio che pure, ha dichiarato, al referendum voterà due sì. A tutti Scola ha parlato del “desiderio di ritrovare spazi di libertà. Eravamo precipitati nella figura del vagabondo comodo, ma la gente si ribella, vuole diventare un consapevole pellegrino, vuol sapere da dove viene e dove va, vuol conoscere il bello e il buono, il giusto e il vero della vita, il senso del nascere e del morire”. L’arrivo è alle 6 del mattino. Con migliaia di pellegrini, stanchi ma felici nella piazza della Madonna. Tutti alla meta. E un pensiero a don Luigi Giussani e a Papa Giovanni Paolo II, cui il pellegrinaggio è dedicato.
“Per la prima volta Gp non è con noi”, dice Rosy una dei tanti papaboys che non hanno voluto mancare all’appuntamento. “Ma grazie a lui viviamo con gioia il Vangelo e non abbiamo paura di nulla”, dice dove Gp sta per Giovanni Paolo. Non tutti però se la sono sentita di fare quei 27 chilometri sferzati, in più, dal gelo della notte. Giuliano Ferrara si fa trovare sul sagrato della Basilica. Saluta i ragazzi, stringe le mani, firma autografi. E’ lui la vera “star” della manifestazione. Laico affascinato dalla fede, che dopo aver “parlato ma non parlato” del referendum (“non faccio previsioni sul quorum“) ha trascorso la notte in un albergo e all’alba ha raggiunto Loreto in auto.
Arriva poco per volta la fiumana di gente incolonnata dietro la statua della Madonna nera della Santa Casa di Nazareth, per la prima volta pellegrina anch’essa portata in spalla dagli allievi della scuola sottufficiali dell’Areonautica, arma di cui la Vergine lauretana è patrona. Il colpo d’occhio è impressionante. Dietro la sacra effigie, il card. Angelo Scola, l’arcivescovo di Loreto Giovanni Danzi, il vescovo di Fabriano Giancarlo Vecerrica, i vescovi di Macerata e San Benedetto. Canti e preghiere hanno accompagnato i pellegrini per tutta la notte, con una sosta a Chiarino, alle 4, per il ristoro, e la fiaccolata con fuochi d’artificio a San Firmano. Un percorso che quest’anno si è allungato di circa 3-400 metri, per una deviazione all’uscita da Macerata dovuta al pericolo di crollo del ponte di Villa Potenza. Qualche saliscendi in più ma nessun problema. Il popolo della fede, anche quella laica, ha retto bene.