«L’autocoscienza nuova del cristiano»
Cari amici, il vostro pellegrinaggio di quest’anno − consapevoli di quanto sta accadendo nella Chiesa e nel mondo − sia sostenuto dal desiderio di riscoprire la fede che ci è stata donata e che tante volte viviamo come una cosa scontata. Don Giussani ci ha indicato la strada:
«La riscossa per l’uomo, in qualsiasi suo interesse, in qualsiasi sua espressione, non può che partire da un recupero, pieno di dolore per la dimenticanza, della memoria di Cristo: la memoria di Cristo come contenuto normale dell’autocoscienza nuova del cristiano» (1994).
La meta del pellegrinaggio, la Santa Casa dove l’Angelo portò l’annuncio a Maria, vi facilita tale recupero: tutta la sicurezza della Madonna, infatti, poggiava sul Signore che aveva afferrato il suo niente per farne la prima dimora di Dio nel mondo, tanta era ed è la Sua pietà per ciascuno di noi. Così ogni giorno di attesa era per Maria un rinnovarsi continuo del suo “sì”, senza del quale Cristo non sarebbe potuto diventare nella sua carne il Dio con noi.
L’affezione di Cristo per ciascuno di voi determini lo sguardo che porterete alle persone e alle cose lungo il cammino, così che Lui non sia ridotto a un puro nome, ma diventi il contenuto nuovo della vostra autocoscienza: «Non vivo più io, ma Cristo vive in me» (san Paolo). Nessun limite o peccato ci strappi di dosso l’umile certezza di avere incontrato il Signore che plasma ogni fibra del nostro essere e ci fa ripartire sempre.
Specialmente quest’anno vi chiedo di vivere la fatica della notte come offerta a Cristo per il Santo Padre, grati a lui per la testimonianza che ci ha dato a Milano di un cammino umano. Nella sua irriducibilità al potere di questo mondo, perché i suoi passi poggiano sulla roccia di Cristo, Benedetto XVI continua a mendicare il nostro “sì” affinché si realizzi il compito più urgente per i cristiani, quello di essere «maturi nella fede e testimoni di umanità»: «In un tempo nel quale Dio è diventato per molti il grande Sconosciuto e Gesù semplicemente un grande personaggio del passato, lasciamoci trovare e afferrare da Dio, per condurre l’uomo d’oggi, spesso distratto, ad un rinnovato incontro con Gesù Cristo» (All’Assemblea della CEI, 24 maggio 2012).
Con le parole di Benedetto XVI a Milano, vi dico: «La santità è la via normale del cristiano: non è riservata a pochi eletti, ma è aperta a tutti. La Vergine Maria custodisca sempre la bellezza del vostro “sì” a Gesù, suo Figlio, il grande e fedele Amico della vostra vita» (2 giugno 2012).
Domandiamo al Padre, per l’intercessione di don Giussani, la conversione del nostro cuore, per non disperdere la grazia che abbiamo ricevuto.
Julián Carrón