Gesu vede in noi, in te, in me, una realtà superiore, un principio originale e irriducibile, del quale il nostro bisogno, il nostro desiderio, la nostra sproporzione e il primo riverbero, e allora il nostro bisogno, il nostro desiderio, che noi consideriamo una nostra debolezza, e proprio quello che ci rende irriducibili.
Proprio perche siamo insopprimibile desiderio dell'infinito, siamo irriducibili a qualsiasi reazione, e percio il valore non si puo confondere con le reazioni che siamo indotti ad assumere. Per Gesu «il problema dell'esistenza del mondo e la felicita dell'individuo, del singolo uomo» (L. Giussani, All'origine della pretesa cristiana). E come scopriamo che Gesu ha a cuore veramente la felicita del singolo? Come ci impedisce la riduzione dell'io? In modo molto semplice, facendoci questa domanda: «Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnera il mondo intero, e poi perdera la propria anima? O che cosa l'uomo potra dare in cambio della propria anima?». Perché uno che ci fa questa domanda ci vuole veramente bene? Perche non ci lascia ridurre il nostro io, il nostro bisogno, riconosce la stoffa di cui siamo fatti, e come se dicesse: «Ma guarda chi sei! Guarda quello che il tuo cuore desidera! Dimmi se ti puoi accontentare di meno di questo! Dimmi se ti basta tutto il mondo!». Per questo don Giussani vedeva in questa domanda una tenerezza dell'altro mondo: «Nessuna tenerezza d'amore paterno o materno hanno mai investito il cuore dell'uomo piu di questa parola di Cristo appassionato della vita dell'uomo», mai. Noi sorprendiamo un uomo che ha passione per il nostro niente, perche ci guarda senza ridurci, avendo a cuore tutta l'esigenza di felicita che ci costituisce. Uno, sentendosi guardato cosi, sperimenta subito il contraccolpo che gli fa cogliere la corrispondenza. «E' questo che io aspettavo: uno che mi guardasse cosi, che avesse veramente a cuore il mio io, che mi affermasse cosi, in modo da farmi sperimentare il vivere come mai prima!». Questo e cio che e accaduto alla Madonna. Facciamone memoria ogni volta che recitiamo l'Angelus.