La lettera di ringraziamento di Mons. Giancarlo Vecerrica per il 32° Pellegrinaggio Macerata-Loreto, pubblicata mercoledì 23 giugno su Avvenire
Scorgendo le lacrime di una persona della protezione civile che, impegnata nel suo lavoro, non aveva potuto trattenere la commozione di fronte alle migliaia di persone che nella notte camminavano cantando e pregando, sono stato sfidato da quello che pure ho contribuito a far nascere.
Ogni anno guardando lo stadio pieno, leggendo le migliaia di richieste di preghiera che ci arrivano, incontrando la gente sulla strada che ci aspetta ad ogni ora per vedere un popolo unito dalla stessa esigenza e diretto ad una casa comune, sono stupito da quello che penso di organizzare.
Il pellegrinaggio Macerata-Loreto è solo un’occasione perché si manifesti l’imponenza del bisogno umano, l’urgenza di sapere che c’è chi risponde al nostro grido di uomini e volge in bene il faticoso cammino della storia.
Voglio dire grazie a ciascuna di quelle persone che, in questi 32 anni, hanno reso visibile con la loro fedele presenza quello che avevo letto nei libri di filosofia e di teologia e cioè che la fede è capace di dialogare con il cuore dell’uomo fino ad attirarlo. Grazie alle migliaia di giovani che con la loro sete di infinito ci seguono ogni anno.
La Chiesa di Cristo è come un fiume carsico che a volte sembra scomparire, ma solo per riapparire più vivo, come è emerso con evidenza i giorni scorsi nei duecentomila che erano a Roma il 16 maggio attorno a Pietro, nei quattrocentomila che erano a Fatima, o nei due milioni che a Torino sono stati attirati dalla Sindone.
Resta tuttavia imperioso il problema educativo: se la Chiesa ha un alleato nel cuore dell’uomo che non smette mai di cercare e di desiderare, non può accontentarsi di momenti in cui si veda che il popolo cristiano c’è. Perché il giorno dopo, quella bellezza e quella certezza devono misurarsi con i problemi della vita (affetto, lavoro, giustizia, bene comune) e dimostrare che l’esperienza straordinaria vissuta può entrare a cambiare la vita di ogni giorno.
Per questo i Vescovi italiani hanno sintetizzato nella “sfida educativa” il compito pastorale per i prossimi anni. Per questo faccio mie le parole che Juliàn Carròn ci ha inviato in occasione del nostro pellegrinaggio: “Non permettiamo che Cristo resti in noi soltanto una parola accanto alla nostra umanità in cammino … Chiediamo alla Madonna di intercedere affinché lo Spirito Santo faccia diventare nostro – mio e tuo – questo fatto”.
Mons. Giancarlo Vecerrica, Vescovo di Fabriano-Matelica