La sorella di Maurizio Agliana, uno degli ostaggi trattenuti in Iraq ha chiesto di pregare affinchè Gesù "protegga i prigionieri"
Sono arrivati in 50 mila.
Lungo il tragitto solo qualche malore
A Loreto il popolo della pace
MACERATA - Fede e speranza hanno avuto la meglio. Le condizioni atmosferiche hanno favorito il pellegrinaggio a piedi Macerata-Loreto fino alle 7 e 30 di ieri quando sono cominciate a cadere le prime gocce di pioggia. Partiti intorno alle 22 e 30 di ieri dallo stadio Helvia Recina di Macerata, i pellegrini, almeno 50 mila persone, hanno cominciato ad affluire nel piazzale antistante la Santa Casa di Loreto verso le 6 e 30 e la fiumana di gente ha continuato ad arrivare per più di un'ora, prima dell' inizio della messa. Secondo gli organizzatori, quest'anno grazie al sito Internet, da ogni parte del mondo sono giunti messaggi di saluto, ma soprattutto richieste di pregare non solo per casi singoli (guarigioni da malattie e così via), ma anche per alleviare le sofferenze di intere popolazioni. Invocazioni arrivate sia al Comitato organizzatore del pellegrinaggio sia al vescovo di Fabriano monsignor Giancarlo Vecerrica, fondatore della marcia, soprattutto dall'Africa, dall'America Latina e dall'Estremo Oriente. L'invocazione più forte, però, è stata per la pace nel mondo. Dopo il saluto portato ai pellegrini da Andrea Angeli, portavoce dell'autorità provvisoria di coalizione in Iraq, al momento della partenza, prima del rito religioso celebrato dal cardinale Renato Raffaele Martino e da numerosi vescovi delle Marche, ci sono state tante testimonianze. Come quella di don Oreste Benzi, dei ragazzi della Pars, della giovane rumena Alina, di Josif Volkov, neuropsichiatra infantile di Novosibirsk (Siberia). A metà tragitto Andrea Angeli ha ripreso la parola per rilevare che la situazione attuale dell'Iraq assomiglia a quella verificatasi venti anni fa in America Latina, quando tutto faceva presagire il peggio. "Invece - ha concluso - le cose si sono risolte. Speriamo che altrettanto avvenga in Medio Oriente e sono certo che le vostre preghiere potranno aiutare molto". Toccante la testimonianza di Riro Maniscalco, responsabile di Comunione e Liberazione di New York e maggiore dell'esercito statunitense, responsabile del reclutamento dei soldati destinati in Iraq. A lui spetta il compito, ogni settimana, di portare alle famiglie americane la notizia del decesso in guerra di qualche loro congiunto. Anche la voce di Antonella Agliana si è levata, idealmente, fra le tante testimonianze che hanno arricchito il pellegrinaggio. In un breve messaggio che è stato letto durante il tragitto, la sorella di Maurizio Agliana, uno degli ostaggi italiani trattenuti in Iraq, ha chiesto ai pellegrini di pregare affinchè Gesù "protegga i prigionieri e dia loro la forza di resistere", ma anche affinchè "aiuti le famiglie distrutte all'angoscia". Fede e speranza hanno avuto al meglio. Lungo il tragitto, a parte qualche malore, alcune distorsioni di caviglie o altri piccoli inconvenienti, non ci sono stati incidenti particolari. Peraltro il servizio di assistenza, assicurato da oltre 400 volontari tra ausiliari, medici e infermieri, è stato sempre tempestivo. La Croce Rossa ha messo a disposizione 50 mezzi di soccorso, con 16 tende e 200 volontari. Le Anpas (pubbliche assistenze) hanno fornito cento volontari, 25 ambulanze e 12 appoggi logistici, mentre sei motociclisti della Protezione civile hanno assicurato il ponte radio. Rispettato il programma, immutato ormai da anni, che prevede alle 3 di notte uno spettacolo di fuochi d'artificio per salutare i pellegrini e alle 4 il rallentamento della marcia in località Chiarino di Recanati per un breve colazione. A San Firmano è cominciata la distribuzione delle fiaccole ai pellegrini da parte degli abitanti della zona. All'arrivo a Loreto i partecipanti alla marcia sono stati accolti dal cardinale Martino e dalle altre autorità religiose e civili presenti a Macerata, nonchè dall'arcivescovo di Loreto, monsignor Angelo Comastri e dal sindaco Moreno Pieroni. Anche quest' anno, sono stati tanti i cittadini di Loreto che hanno messo a disposizione dei pellegrini le loro case per quanti avevano bisogno di acqua o dei servizi igienici.