Innanzitutto vogliamo dirvi che fare il pellegrinaggio la notte prima del nostro matrimonio non è stato un nostro progetto: ci è capitato.
Avevamo intenzione di sposarci un altro giorno, durante la vacanza estiva con gli Amici di Zaccheo che come ogni pellegrinaggio ci seguono accompagnando gli ultimi pellegrini. Ma una serie di imprevisti ci ha costretti a rivedere i nostri piani, e così la prima data utile è diventata la domenica del Corpus Domini. Questa fu già una sorpresa, eravamo contenti di poterci consacrare il giorno di una così grande celebrazione. Ma poco dopo ci hanno fatto notare che molti amici non ci sarebbero potuti essere perché c’era la Macerata-Loreto.
Che fare? Avremmo dovuto cambiare di nuovo giorno? Finché, non ci ha colti un’intuizione: questo pellegrinaggio evidentemente era qui anche per noi. E così, come ci insegna Chesterton, l’imprevisto si è trasformato in un’avventura. Chiara aveva espresso da tempo il desiderio per il nostro matrimonio di compiere un cammino. Fosse anche solo una gita, un sentiero fino alla chiesa, da percorrere insieme agli amici verso l’altare. Eccoci: siamo proprio qui, a camminare con voi dalla Madonna di Loreto e chiedervi, con le vostre molte intenzioni, di accompagnarci alle nostre nozze!
Padre Rafa, il sacerdote che ci ha seguiti nel percorso di preparazione, ci ha più volte ricordato che il matrimonio è un gesto di popolo, un sacramento compiuto di fronte a una comunità. Ebbene: quale comunità più grande e bella di un popolo in cammino nella notte! Anche se non potrete assistere al nostro “sì” che diremo all’altare, siete già tutti invitati, ospiti di questa grande festa che poche ore fa ha avuto inizio. Ci hanno più volte chiesto se fossimo sicuri di venire; i nostri amici e parenti erano preoccupati della stanchezza che avremmo avuto. Io e Chiara non siamo stacanovisti o invasati, anche a noi i pellegrinaggi mettono stanchezza, e ogni anno ci pensiamo due e più volte prima di prendervi parte. Tuttavia, che bella stanchezza è questa stanchezza! È una stanchezza “ben spesa”, come l’oro speso per fondere due fedi nuziali.
Abbiamo atteso questo giorno con entusiasmo e trepidazione; esso per noi sarebbe stato ristoro (e non fatica!) dalle molte tribolazioni degli ultimi mesi. E già sapevamo che ora, qui in cammino con voi, qualunque la condizione di questa notte: sarebbe stata la gratitudine a spingere i nostri passi.
Vi ringraziamo. E ringraziamo il Padre Buono che ci ha messi insieme; me con Chiara, e noi con voi. Per questo, vi invitiamo a cantare insieme e a pieni polmoni I Cieli di Claudio Chieffo.