Nel terzo millennio 30 mila persone percorono a piedi 40 chilometri per raggiungere il Santuario della Santa Casa in Loreto. Siamo andati a vedere le ragioni di questo dono dalle origini alle novità del 25° anno. Cosa hanno affidato alla Madonna il presidente della Cei Cardinal Ruini ed un inedito Rocco Buttiglione Per lo stupore e la meraviglia. Superati i 2 mila anni dalla nascita di Cristo, egli riesce ancora ad attrarre oltre 30 mila persone, che sfidano un caldo bestiale e giungono felici di avercela fatta a percorrere a piedi 40 chilometri. E sono pronte a ricominciare. Ecco perché un direttore di giornale, anche laico per carità, deve dare la prima pagina ad un evento come il pellegrinaggio a piedi dalla città di Macerata al Santuario della Madonna in Loreto. E sguinzagliare addirittura le sue penne migliori. Per capire, insomma, spiegare un evento straordinario che affonda le sue radici nella tradizione locale medioevale. E riuscire a comunicare ai suoi lettori come si possa essere davvero felici vivendo così. Infiammati dalle parole del Presidente della Cei, cardinale Camillo Ruini con l’esempio del ministro Rocco Buttiglione e le testimonianze di personalità e numerose persone anche non credenti (la vedova di Carlo Urbani il medico morto di Sars, il messaggio di Cusani), i cristiani hanno voluto dimostrare d’essere vincenti. Anzi i vincenti. Perchè sono liberi dalle sirene che riducono l'uomo a strumento. E amico dell'altro. Un’affermazione che si deve fare senza preconcetti. Chi è in grado di affrontare questa fatica fisica, può riuscire a testa alta in tutte le occasioni che la sua umanità gli pone dinanzi. Con la stessa grinta e determinazione. E con in più la certezza che lo fa per il motivo giusto, il retto ideale. Ciò che affascina è vedere come, proprio oggi, nella società globalizzata, ci siano uomini e donne capaci di questo coraggio oso dire scandaloso, di sentirsi privilegiati dall'Amore e per esso creare opere concrete. Essi vivono nel mondo ed hanno anche elevate responsabilità. Capacità d'indirizzo, guardano la tv e leggono i giornali. Oltre, usano Internet. Come agli altri il Mercato indica come realizazione varie forme di divertimento, magari di filantropia fino all’impegno ideologico. Ed invece, questi, li senti che non sono del mondo. Perché hanno fatto a priori un’opzione ontologica, esistenziale e voluta. Autorevole ed indipendente perché mai imposta e fondata invece sulla roccia d’una libertà che li rende protagonisti della loro vita. Con gli strumenti della veglia, del canto, del silenzio quegli uomini e donne che passavano lungo il serpentone lungo un'ora e mezza cronometrata, non si sentivano passare “sui fogli del mondo come scarabocchi”. Erano sì come i loro coetanei che hanno assistito alla stessa ora, venti chilometri più a nord, in Ancona, al concerto del mito della musica italiana, Claudio Baglioni. E si sono invece scoperti e provocati da una Bellezza. E che si è materializzata in uno sguardo che era rivolto soltanto ad ognuno di loro. Un tu che rende re e regine, un'attenzione, una cura speciali. I leader del pellegrinaggio hanno lo stesso carisma del cantante. Soltanto che trasmettono un senso di efficienza che accoglie tutti. Svolgono professioni impegnative e inoltre lavorano 11 mesi e mezzo l'anno per realizzare un evento che ha qualcosa di superiore perchè provoca l'intelligenza e l'affezione. Un entusiasmo per trasmettere la Storia infinita, quella che ha la pretesa di sconfiggere addirittura l'ultimo ostacolo, la morte. E per questo vale la pena vivere fino in fondo. Ecco cosa li muove. Per affrontare una notte al buio in preghiera, con i piedi dolenti, la voce ed ogni energia esaurita, si deve avere chiaro che la luce verrà, un disegno esiste ed avrà un finale eccellente. Così anche la vecchietta di 90 anni che fa un voto e cammina scalza, si ritrova in questa intenzione. Insieme alla ragazza che aderì al primo evento. Ed oggi si ritrova donna e dirigente. Storie d’ordinario pellegrinaggio. Ognuna delle quali merita un approfondimento, uno spazio tutto per sé. Fa scena invece il ministro viene a guidare il serpentone. Altro che passerella! Cammina, gambe in spalla fino all’ultimo metro. E, quando arriva, dichiara: “questo gesto dimostra che le cose vere sopravvivono”. Va a dargli torto. Alla Madonna ha affidato “la costituzione europea, il lavoro in Italia, la nipotina appena nata, Maria Sofia ed il nipotino che verrà”. Speriamo ci metta Lei la mano santa. Su chi governa. E piace constatare che ha un’anima. La stessa dei cristiani convinti e convincenti che danno questo esempio da 25 anni. Spendendosi fino all'ultima briciola di passione. Gente che è stata strappata con tutti i suoi difetti al nulla. Ed ora risplende. Sente e si sente viva, riscattata, pronta a ricostruire la sua vita, migliorarla, per farlo a loro volta con altri. Le battaglie che combattono tutti i giorni sono per incarnare principi come la famiglia, la pace, l’unità e la santità che diventano attualissimi. E l’esperienza segna. Quando vanno a casa tutto cambia. L’importante è superare il primo impatto. E credere di poter giungere alla fine. Poi si ritorna, e ancora ed ancora. E con l’età diventa momento di sfida, per provare a se stessi che ce la si può fare. Ad andare avanti su quella strada, parabola della vita. Ecco cos’hanno questi uomini e queste donne che dà loro la forza, la grazia e la gloria di sfuggire ad ogni compromesso. Una tensione alla santità che gli è donata come concreta, gli è ricordata dal Cardinale fino alla contemplazione di Cristo che lì, proprio dentro quelle quattro mura, si fece carne. "A tutti i battezzati, come per Maria, spetta soltanto dire "sì"". Quell’uomo terrorizzò il mondo apportando una logica rivoluzionaria, quella di pagare in prima persona, perchè poteva. Ecco allora che è facile riconoscere chi è suo. E incarna nel concreto, di fronte alle cose di tutti i giorni tale ideale. Magari ha da dire una parola su tutto. A cominciare dalla politica che oggi è il luogo di una battaglia epocale. Così Ruini tuona “L’Europa riconosca in Cristo il suo fondamento”. Chiaro che si parla della questione della Costituzione sovrannazionale e che ha escluso dal suo preambolo il riferimento alle radici cristiano giudaiche. Ed ha autorità per affermarlo perché tutto ciò che coinvolge l’uomo e la sua umanità laddove egli vive ed opera, attiene l’aspetto religioso. Ecco quindi che, consacrato a Maria, questo gesto organizzato da Comunione e Liberazione, ed aperto a tutte le realtà ecclesiali mondiali, si caratterizza anche per l’aspetto sociale. Con l’affidamento alla Madonna della pace mondiale. Faticosamente conquistata. E gli iniziali 300 giovani studenti decisi a ringraziare per l’anno scolastico appena trascorso “perché era finito” ironizza il cardinale, si trovano dopo 25 anni centuplicati. Emerge la medesima, perfetta, intenzione. La stessa organizzazione di allora. Tutto si è svolto con ordine e soprattutto con un senso d’estrema tranquillità. Perchè ognuno sa cosa deve fare. Nulla è stato lasciato al caso e si respirava un’aria d’amicizia. Quella vera che è insieme sostegno e spinta a dare ognuno il meglio di sé. A cominciare dall’ideatore, oggi vescovo di Fabriano, Sassoferrato e Matelica, Giancarlo Vecerrica. Ancora una volta egli era alla testa del corteo, nonostante la fresca nomina. Con lui il cardinal Pengo dalla Tanzania che non ha voluto mancare, il nunzio apostolico di Bagdad, bloccato all’ultimo minuto. Per non parlare del Papa, pellegrino della quindicesima edizione, che ha benedetto la fiaccola, arrivata da Roma attraverso le vie del Centro Italia che ha dato idealmente il via all’incontro. E, visto che tutto ha un senso, la sua salita al soglio pontificio coincide con la nascita di quest’esperienza. Ed ancora un segno. Tre le generazioni di prelati che si sono ritrovati a concelebrare allo stadio Helvia Recina ed affidare a tutti il messaggio finale “siate difensori e promotori della famiglia” sul sagrato della Santa Casa. Parole che suonano antiche eppure rivolte soprattutto ai giovani, tantissimi, che sono soliti partecipare numerosi. Specialmente a loro ed ed alle tante autorità che personlmente o con interventi si sono rese vive è affidata questa rinascita dei valori. In una società che cambia gli strumenti tecnici e diventa mondiale. Eppure ha il medesimo cuore, quello che vuole la felicità. Erano le 20 del 14 giugno quando il clima torrido è divenuto rovente dal desiderio di vivere la vita intensamente così, con l’obiettivo di realizzare questi rivoluzionari principi. Ed è arrivato il tedoforo. Undici ore dopo, nello stesso fuoco, sono stati bruciati migliaia di bigliettini, con le intenzioni indirizzate alla Madonna.