Il 27 febbraio di quest’anno la lotta di mia moglie Silvia con il tumore che aveva scoperto nel giugno del 2019 è giunta al termine. Quel giorno Silvia mi ha ringraziato ed ha ringraziato tutti mostrandoci come il desiderio che plasmava il suo cuore si è compiuto in quel momento. A suo padre Silvia scriveva questo quando ha capito che la sua vita poteva finire: “Volevo dirti che sono serena, ovviamente molto addolorata perché mi rendo conto che Gesù mi vuole sempre di più in una forma che mai avrei pensato però sono sua e quindi non posso che fidarmi. Gesù mi ha usato come suo strumento per dare amore quindi devo continuare ad affidarmi a Lui e permettergli di fare quello che ha in mente per me”.
Sono molto grato di poter ringraziare direttamente per Silvia questo pellegrinaggio che ha un grande significato per la nostra vita. Fin da quando ci siamo conosciuti questo cammino notturno, fatto di preghiere e di canti, è stato il punto in cui chiedere quello che non avevamo, sia cose materiali che cose immateriali, come fanno due ragazzi che si accorgono che da soli non possono volersi bene per sempre. Ma, come dice il Papa, le cose non bastano per vivere, per vivere occorre il Dio dell’amore.
L’avevamo già intuito con il passare degli anni, ma ciò è diventato evidente con l’arrivo della malattia. Nelle sue intenzioni affidate a sua sorella per il pellegrinaggio dello scorso anno Silvia aveva chiaro chi cercava. Chiedeva così alla Madonna: “Guidami nella vocazione, rendi il mio cuore sempre più semplice così che io possa capire i segni che mi mostri e possa compiere la volontà di Dio e non la mia. [...] Su Matte, il dono più grande che mi avete fatto, tienilo sempre stretto a te, qualunque cosa mi accada, mi devi assicurare che sarai con lui e non lo lascerai un secondo da solo, così che possa vivere tutta la sua vita sorretto dal tuo abbraccio. E questo vale per tutta la mia famiglia. Che nessun sacrificio o dolore che gli verrà chiesto sia mai motivo per vacillare nella fede, anzi che sia occasione per esserne ancora più presi!”.
Silvia l’ultima mattina ci ha detto che la sua vita era caratterizzata da una gratitudine e per questo non aveva paura. Per questo io sono pieno di gratitudine per il dono gratuito di Silvia alla mia vita. La gratitudine è il sentimento che mi domina. Io oggi cerco Colui che ha compiuto la vita di Silvia, l’ha realizzata e resa perfetta nell’amore. Silvia diceva: “Se ripenso a tutta la mia vita mi rendo conto che tutto quello che ho fatto l’ho fatto per amore, un amore che ho sempre avuto dentro e che dovevo darlo agli altri (anche sbagliando a volte, ma erano tutti tentativi di rispondere a questo compito che mi sentivo), e vedere i frutti di questa cosa mi fa capire che la mia vita ha avuto e ha un senso: dare questo amore”.
Vi ringrazio per averci aiutato a capire questo camminando insieme.