Al mattino di Pasqua la domanda di Gesù a Maria rompe il silenzio rigato dalle lacrime della donna: Perché piangi? Chi cerchi? In questa domenica mattina la domanda che ci ha accompagnato in questa notte, diventa un grido silenzioso nella nostra anima, nei nostri corpi un po’ affaticati dal cammino, nelle nostre vite. Stanotte è stato un cammino di popolo, il popolo che anela alla pace, il popolo in ricerca di Dio.
La risposta del Risorto non si perde in tante parole ma sta in un nome: “Maria!”. Gesù pronuncia con amore quel nome, lo pronuncia con tutto l’amore possibile perché lui non si rivolge mai ad una folla anonima ma parla a ciascuno, parla a me, a te. Carissimo pellegrino, carissima pellegrina da Macerata a Loreto, al termine di questo cammino lascia parlare ancora una volta Dio; prova, ora, in un attimo di silenzio a sentire il Signore che pronuncia il tuo nome. Facciamo qualche secondo di silenzio.
“Rabbuni, maestro mio”. Maria risponde così, con una gioia immensa, la gioia più grande della storia. Anch’io ti rispondo, Signore, Tu che mi strappi dal nulla, che vinci la morte, che mi ridoni vita. Ti rispondo insieme a questo popolo che ha camminato con me, riconoscendoti come l’unico maestro, la Luce, lo Sposo, il pastore buono. In questo cammino Tu sei la via, Tu la verità, Tu la vita.
Anche nella casa di Loreto è stato pronunciato il nome di Maria. Lei ha risposto, ha detto di sì e Dio si è fatto piccolo. Terminando il nostro cammino qui a Loreto, contempliamo Dio che nel dire il mio nome, si fa piccolo, come si fa piccolo nel pane eucaristico. Da piccolo, in noi piccoli, riprende la strada con noi e in noi, perché non smettiamo di sognare in grande e di compiere opere grandi.
Vorrei far risuonare, in particolare nei cuori dei giovani, le parole che san Giovanni Paolo II pronunciò a Roma, per la GMG Del 2000:
È Gesù che cercate quando sognate la felicità; è Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate; è Lui la bellezza che tanto vi attrae; è Lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso; è Lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita; è Lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare. È Gesù che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande, la volontà di seguire un ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla mediocrità, il coraggio di impegnarvi con umiltà per migliorare voi stessi e la società, rendendola più umana e fraterna.
Allora, alla domanda: “Chi cerchi?” vorremmo rispondere proprio così: “Io cerco te, Signore Gesù. Ti cerco nella notte e dall’aurora. Ti cerco e ti trovo, perché tu per primo mi hai cercato e mi ricerchi ogni volta che mi perdo. Mi trovi e mi ritrovi riempiendomi del tuo amore. Amen.