UN CAMMINO LUNGO TRENT'ANNI Dopo trent'anni la prima urgenza che abbiamo e capire cosa ci ha portato qui stasera. Stasera, come duemila anni fa, quando tutto ha avuto inizio; quando una ragazza della Palestina e diventata protagonista della storia. Anche noi stasera siamo un piccolo punto, con una grandezza che neanche il mondo intero può racchiudere. Sono le nostre domande. Maria di Nazareth ha compreso che la risposta alle sue domande era quel bambino. Anche noi, in questi trent'anni di storia, abbiamo scoperto che tutte le nostre domande sono domanda della Sua presenza. E' il 17 giugno 1978. L'ombra del terrorismo incombe su tutti e l'esperienza cristiana sembra incapace di fascino. Don Giancarlo, un giovane sacerdote di Macerata, propone di riprendere una antica tradizione popolare e invita i suoi studenti a percorrere di notte la strada verso la Santa Casa di Loreto, a conclusione dell'anno scolastico. Rispondendo ad un giornalista spiega ciò che l'ha mosso: «Non sono stato io a decidere: le cose grandi nascono da Dio attraverso dei segni umani. Il suggerimento di Dio mi e arrivato dalla passione per i giovani cui insegnavo, che ho imparato nell'incontro con don Giussani. I giovani cercavano ragioni adeguate per vivere. Le stesse ragioni che cercavo io». Tutto poteva far temere un insuccesso. Eppure, di anno in anno, cresce il numero di persone. Ognuno arriva con una propria domanda, affronta il sacrificio di viaggi spesso lunghissimi, mosso dal proprio bisogno. Il pellegrinaggio rende preghiera le domande di ognuno e le domande che agitano la vita della società. E' il 1982. La Cattedrale di Macerata e divenuta troppo piccola e si decide di partire dall'Arena Sferisterio, capace di contenere fino a cinquemila persone. E' l'anno della Polonia. Solidarnosc sfida il regime e il teologo polacco Jan Krapek partecipa al pellegrinaggio e dice: «La fede e il piu grande dono che un popolo possa avere». Qualche anno dopo gli fa eco in questo stadio Pazuchin, un intellettuale di Leningrado: «Abbiamo vissuto in tutta la sua gravità la tragedia della vita senza Dio: non auguriamo a nessuno di ripetere la nostra esperienza». E' quanto grida Larissa, una giovane ragazza della Bielorussia, qualche anno dopo: «Sono presente a questo pellegrinaggio per vedere cosa e la fede in Dio, perche io sono atea. Io sono qui per vedere cosa e veramente Dio». Nel Pellegrinaggio tutto diventa domanda a Dio: la guerra in Afghanistan, attraverso la presenza nel 1990 del giornalista Fausto Biloslavo, prigioniero a Kabul e investito da un carro armato; la gioia della vittoria del campione olimpico Gelindo Bordin e dei tanti sportivi che abbiamo incontrato; l'attentato alle Torri Gemelle, con la testimonianza nel 2002 di Thomas Cashin, vicecomandante dei vigili del fuoco di New York; i fatti di Nassiryah, con la moglie di Marco Beci nel 2005. L'imponenza del pellegrinaggio desta un'attenzione crescente. Nel 1991 Madre Teresa di Calcutta fa giungere il suo messaggio: «Possiate continuare a testimoniare Dio con amore al mondo». Per tanti anni suor Lucia, da Fatima, si unisce alla preghiera dei pellegrini. Tantissimi sono gli incontri significativi: con Chiara Lubich, fondatrice del movimento dei Focolari, che ci ha scritto ogni anno; con don Oreste Benzi, che sempre ci raggiungeva nel colmo della notte; con Claudio Chieffo, che tutti gli anni ha accompagnato con il canto questo fiume di popolo, scrivendo qui l'Ave Maria splendore del mattino, una delle sue canzoni più belle: a loro dedichiamo questo pellegrinaggio. L'incontro piu grande e avvenuto quindici anni fa, il 19 giugno 1993, con Giovanni Paolo II, che ha celebrato la S. Messa di inizio del Pellegrinaggio, e con don Giussani, che ogni anno ci ha accompagnato con la sua presenza e i suoi messaggi. Il vero protagonista della storia e il mendicante. In questi anni abbiamo dovuto cedere di fronte a questa evidenza, perche il protagonista del pellegrinaggio e la domanda di chi non ha niente e chiede tutto, come testimoniano le migliaia di preghiere che anche quest'anno abbiamo raccolto: la morte di una persona cara, la nascita di un figlio, il dolore della malattia, la gioia del matrimonio, il desiderio di avere un figlio, il dramma della solitudine e della droga, i problemi economici, il desiderio del Battesimo, come ci ha testimoniato in questi anni il nostro grande amico Magdi Allam, che stasera e qui tra noi, Cristiano! Desideriamo che l'imponenza di questi fatti diventi certezza del presente e luce per il cammino di ogni giorno.