Presentata, stamani a Macerata, la 29.ma edizione del Pellegrinaggio a piedi Macerata-Loreto, in programma il 2-3 giugno prossimi. Nell’occasione, il 2 giugno, il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, celebrerà una Messa per i pellegrini. All’incontro di stamani con i giornalisti ha preso parte anche il vescovo di Macerata, mons. Claudio Giuliodori, che - intervistato da Alessandro Gisotti – si sofferma sul significato di questo pellegrinaggio per i fedeli marchigiani:
R. – E’ un evento che appartiene ormai alla coscienza profonda del territorio maceratese e non solo, anche a quello regionale e nazionale. C’è, quindi, una preparazione prolungata, fatta soprattutto di preghiera, perché il pellegrinaggio si pone al termine dell’anno scolastico e dell’anno pastorale.
D. – Quanto è forte oggi la devozione mariana nella vostre terre?
R. – La devozione mariana non solo è forte, ma oserei dire che è in crescita, perché sentendo i parroci ed incontrando le comunità ecclesiali percepisco un’attenzione che cresce di anno in anno, soprattutto, recuperando quelle tradizioni che per lunghi secoli hanno accompagnato la vita spirituale di queste terre e sviluppando anche nuovi percorsi di spiritualità mariana.
D. – Tra i tanti aspetti e significati di questo pellegrinaggio, giunto alla sua 29.ma edizione, ce ne è uno che vuole sottolineare in particolare?
R. – Credo che il significato si lega molto anche al tema. E’ stata, infatti, scelta una frase di Leopardi “E io che sono?”. Questo interrogativo sull’identità dell’uomo, sul suo destino sgorga dall’intimo dell’esperienza umana. Non c’è uomo che non si ponga questo interrogativo. Ancora oggi vediamo che è necessario riflettere attentamente su quale sia l’identità, la dignità, il valore dell’essere umano. Sono interrogativi di grande attualità che attendono ancora oggi risposte autentiche e per noi credenti ovviamente risposte illuminate dalla fede.
D. – A Loreto, a settembre, i giovani incontreranno il Papa. Quali sono le aspettative per questo avvenimento?
R. – E’ un avvenimento che si inserisce, come sappiamo, nell’Agorà dei giovani, un cammino con un percorso triennale, che ha come prima tappa – quest’anno – l’appuntamento a Loreto. Le diocesi si stanno preparando, soprattutto le 32 diocesi che accoglieranno nei giorni precedenti i giovani che verranno da tutta Italia. Questo luogo mariano, Loreto, rappresenta un riferimento luminoso per i giovani, perché il sì di Maria è l’incoraggiamento ad un sì generoso, quel sì che anche il Papa ha ricordato ai vescovi a Verona e alla recente assemblea della CEI. Il grande sì di Dio all’uomo deve spingerci ad un sì coraggioso e forte sulle strade dell’amore, del servizio, della gioia. E questo perché credo che i giovani sapranno esprimere anche la gioia di seguire il Signore e di spendere la vita per il suo progetto di amore verso l’umanità.