Da Macerata a Loreto dopo la messa con Bagnasco - Fedelissimi Francesco Merloni e famiglia - Magdi Allam stavolta è presente da cattolico: «Che emozione»
Macerata - Sotto il cielo carico di nuvole, un uomo in tonaca, solo, si piega verso terra e si allaccia le scarpe da tennis. È il vescovo Giancarlo Vecerrica, che trent'anni fa, giovane prete, inventò il pellegrinaggio da Macerata a Loreto. È la foto di questa serata, il senso di questo evento che si svilupperà nella notte: l'essere in cammino - fatevi trovare pronti con la fiaccola in mano, si legge in un passo delle Scritture - ciascuno verso il proprio orizzonte, personale e collettivo.
La storia, che ancora ieri sera aveva completato solo il primo atto, del trentesimo pellegrinaggio, la si può poi leggere nei nomi e nelle parole degli ospiti e di coloro che hanno regalato ai sessantamila e oltre dell'Helvia Recina la loro testimonianza. Ancora una volta questo evento si propone come un ponte assai solido, costruito su due arcate, che si allungano in direzioni diverse. La prima è esterna, e va verso culture diverse da quella cattolica, ma con le quali è fondamentale confrontarsi. In particolare, in questo momento, è l'Islam l'interlocutore con cui si cerca il dialogo più profondo. Al pellegrinaggio c'è infatti Dounia Ettaib, che dirige l'Associazione per l'affermazione dei diritti delle donne islamiche, e poi Rachida Kharraz, e la modella marocchina Malika El Hazzazi. C'è, di nuovo, il giornalista Magdi Allam, che rispetto all'ultima volta che è stato qui, ha completato un sofferto e convinto percorso di conversione. Un'adesione al cattolicesimo senza mai rinnegare la tradizione musulmana, un mondo guardato sempre con grande rispetto nelle sue espressioni più autentiche e sincere. Ma, insieme al dialogo verso l'esterno, si tessono rapporti sempre più forti anche nei confronti delle diverse espressioni del cattolicesimo, dunque il processo procede anche verso l'interno. Il pellegrinaggio è organizzato dal movimento di Comunione e Liberazione, ma qui, stasera - dove per la prima volta c'è il nuovo presidente della fraternità, il successore di don Giussani, lo spagnolo Julian Carron - i gruppi ecclesiali ci sono tutti e si mescolano senza difficoltà. È lo spirito, comunitario si chiama in questi ambienti, contenuto pure in una lettera spedita alcuni giorni fa da Eli Folonari al Comitato del pellegrinaggio per conto del movimento dei Focolari, dopo che l'edizione di quest'anno è stata dedicato alla memoria della fondatrice Chiara Lubich (e insieme a lei al ricordo di don Oreste Benzi e a quello del cantautore Claudio Chieffo). «Come non pensare - scrive Folonari - che la parola che Chiara oggi ci ripete è l'invito rinnovato ad accrescere, ad approfondire la comunione già esistente fra noi e fra molte altre realtà ecclesiali?».
Il mondo e la storia - i luoghi dove il Mendicante, a cui è dedicato questo pellegrinaggio, si muove - sono ben presenti. A ricordare a tutti la tragedia che molti popoli stanno vivendo c'è Andrea Angeli, una vita in giro per il mondo nelle missioni di pace. Per venire qui è tornato da Kabul, dove attualmente è portavoce della missione di polizia dell'Unione europea in Afghanistan, e con lui c'è padre Mariano Asunis, il cappellano della Brigata Sassari. Insieme erano anche a Nassiryah, Iraq, il giorno della strage dei soldati italiani. Un cerchio di dolore che si chiude con il cardinal Angelo Bagnasco, il presidente della Conferenza episcopale italiana che presiede la celebrazione eucaristica. Bagnasco, all'epoca, era ordinario militare e celebrò i funerali dei militari uccisi. Si sono incontrati di nuovo tutti qui, a distanza di anni, e certe volte basta uno sguardo per capirsi, ricordare, ciascuno a suo modo. Il pellegrinaggio, dunque, è tessuto di vissuti diversi che si incontrano, ma anche il suo contrario, quello di esperienze comuni, elaborate in maniera differente. Tesori, da un punto di vista umano. Come la testimonianza di Monica Clementoni, che ha vent'anni e meno di due mesi fa ha perso la mamma Nicoletta, portata via da un tumore.
I volti noti si incrociano con i tanti sconosciuti, che sono la vera linfa del pellegrinaggio. Ovviamente la politica-nazionale, regionale e locale - è rappresentata al completo, pur sapendo che stasera la scena è occupata da altri. C’è il governatore Spacca. Ci sono anche Francesco Merloni e famiglia, e da Fabriano arriva pure la professoressa Cristina Corbo, che è stata la testimone di nozze, ad aprile, di Magdi Allam. «Trent'anni di pellegrinaggio da Macerata a Loreto sono una grande responsabilità» dice il cardinal Bagnasco. Consapevole di ciò, il popolo si mette in cammino, in una notte scura.