Papa Francesco dà il via al 40° Pellegrinaggio Macerata Loreto
MACERATA - Papa Francesco è stato di parola. L'altro giorno, a Roma, all'accensione della fiaccola per la pace, aveva promesso che la sera del Pellegrinaggio si sarebbe fatto sentire per telefono. E così è stato, alle 20.30 la sua voce inconfondibile ha acceso l'entusiasmo di uno stadio gremito ed è stata sovrastata dagli applausi. Tre volte il Papa ha ricordato che "la stessa vita è un cammino", un cammino verso la felicità, "una felicità che però non si compera al supermercato ma viene dall'amore e dal lasciarsi amare. Questa felicità non la danno le guerre ma il servizio e l'amore". Per il Papa il cammino nella notte è un segno di coraggio, e "i giovani non debbono, non possono stare fermi, un giovane non va in pensione a venti anni". Infine, l'invito consueto e insistente a pregare per lui.
"Che cercate?", è il logo di questo 40° Pellegrinaggio. Monsignor Julian Carron, leader di Comunione e Liberazione, il movimento ecclesiale che promuove l'evento, ha chiesto a tutti, credenti e non, di tenere desta la domanda sulla vita, di camminare insieme, "di essere compagni di strada in questa notte", alla ricerca del vero Amico.
Un "vero Amico", è quello che hanno trovato Uwa e Frank, nigeriani di 15 anni, scappati due anni fa dal loro Paese, arrivati in Libia e sbarcati da uno dei tanti barconi in Sicilia. La loro storia ha un inizio come quello di altre migliaia di storie di ragazzi africani, fuggiti dalla fame, dalla guerra, dai tanti pericoli che, all'improvviso, senza una ragione, ti privano dei genitori, dei fratelli degli amici e ti lasciano solo al mondo. Quello che ha di diverso, la loro storia, è il dopo, è quello che gli è accaduto una volta in Italia. Uwa e Frank, a Termini Imerese, hanno incontrato un gruppo di ragazzi (si chiamano i "Cavalieri del Graal", studenti delle medie di Comunione e Liberazione), che li hanno fatti sentire "al sicuro, come in una famiglia", loro che oggi non hanno più nessuno. E poi hanno potuto parlare al Papa, "uno che conosce la tua vita e te la sa spiegare in modo semplice". E questa sera sono allo stadio, "commossi perchè avete invitato proprio noi e per quello che avete fatto perchè potessimo venire". "Dio ci ha salvati due volte", dicono Uwa e Frank, che non finiscono di ringraziare "le tante persone che ci vogliono bene e ci mostrano il Suo amore, per le attenzioni, le gentilezze e per l'amore". Un "vero Amico" ha cercato e trovato anche Daniela, imprenditrice di Monte Urano, a cui la vita non ha fatto sconti. Pure lei è stata "salvata due volte". La prima volta, ricorda, quando il secondo dei suoi due figli, nato con problemi muscolari, è cominciato a stare meglio. La seconda, in occasione di un terrificante incidente stradale, che stava per portarglieli via tutti i due. "Quando capisci che sei impossibilitata a fare qualcosa ti aggrappi alla fede e alla preghiera con Dio". Per questo è tornata in pellegrinaggio.
A presiedere la Messa, dopo il saluto del vescovo di Macerata, monsignor Nazzareno Marconi, è stato il cardinale Marc Ouellet, Prefetto della Congregazione per i Vescovi. Il cardinale ha detto di vedere i giovani "procedere in ordine sparso, ognuno per proprio conto. Frastornati da una tecnologia straordinaria, disorientati da mille possibilità, "incontrano spesso muri, vuoti, solitudine e smarrimento, hanno bisogno di appoggio, di solidarietà e di mani tese per dare lavoro, amicizia e senso alle loro vite". "Il nostro pellegrinaggio - ha proseguito il cardinale - sia un abbraccio fraterno nella fede che dice: «Non star solo, camminiamo insieme nella vita come cammineremo stanotte, verso una meta impegnativa ma sicura!»". Il cammino, secondo Ouellet, deve servire per capire di che cosa uno ha bisogno. la sua risposta, il porporato la prende dall'apostolo Paolo: "cercate le cose invisibili perchè sono eterne e chiedete allo Spirito Santo il coraggio di credere e di investire su ciò che non si vede". Ed infine l'invito e l'augurio: "Cari giovani, ragazzi e ragazze, cerchiamo insieme, camminando e pregando, accogliamo i compagni imprevisti e le sorprese della strada". Proprio come nella vita quotidiana, nella quale, ricordava il Papa, ogni giorno è un passo in più verso il compimento e verso la felicità.
In cammino, anche il sindaco di Macerata, Romano Carancini, che ha ringraziato e abbracciato a nome di tutta la città don Giancarlo, "la persona straordinaria che tanti anni fa, con lungimiranza, ha reso possibile tutto questo". Un prete “piccolo ma tosto - ha aggiunto il vescovo Marconi - che, insieme ai suoi giovani inossidabili, continua da 40 anni a portare avanti questa impresa della fede". (D.B.)