Se la vita non fosse un cammino, sarebbe uno strano muoversi a vanvera. Di solito si pensa che il cristianesimo aggiunga delle cose in più, dei pesi strani e insopportabili alla vita che di per sé è quasi sempre una fatica. Invece la fede svela l'essenziale. Ad esempio che la vita è un cammino. E che ogni viaggio, per non essere una sola fuga dalla noia, presuppone una meta. L'uomo libero è l'uomo che si sente in cammino. Solo chi pensa di essere schiavo cammina o corre per ruggire, non importa quale sia la meta. Come tanti viaggiatori di oggi. Altri, invece, che desiderano una libertà più grande, si mettono in viaggio, non sapendo bene dove andare ma, come i personaggi di On the road di Jack Kerouac, sapendo che bisogna andare. La letteratura e il cinema anche dei nostri tempi sono pieni di questi viaggiatori inquieti e pieni di desiderio. Da Enea a Dante, fino al camminatore Rimbaud o Campana. L'uomo è fatto per andare verso il suo destino. Per questo oggi si celebra la IV Giornata del Pellegrino. Non è una festa per gente pia. È la vera festa dell'uomo libero.
A Roma una manifestazione ha portato la statua della madonna di Fatima (è pure la sua festa) e l'ha fatta sostare nel punto di Piazza San Pietro dove il 13 maggio di ventisei anni fa qualcuno provò a fermare con violenza vile il grande viandante, il grande pellegrino Giovanni Paolo II. Nel corso della manifestazione sono arrivati pellegrini da vari punti del mondo; erano presenti il sindaco di Roma e i presidenti di Provincia e Regione, uomini che vengono da punti diversi della politica. I pellegrinaggi stanno conoscendo una nuova, inaspettata fortuna. Le ideologie e le filosofie che volevano fermare l'uomo, chiuderlo in una prigione dove al massimo è consentito immaginare un destino grande come il suo cuore, non hanno potuto fermarlo. Difficile trovare un posto sugli aerei per Lourdes. In Sardegna si celebrano cent'anni della devozione pellegrina alla Madonna di Bonaria, che arrivò dal mare. È cresciuta negli anni la folla che si reca a piedi dalla Madonna Nera, madre di Polonia. In Terra Santa, nonostante le tensioni dell'area, aumenta il numero dei pellegrini. In Turchia i cristiani aspettano con passione che sulle orme di San Paolo riprendano i pellegrinaggi in quelle zone. E in Italia, il 7 giugno, da Macerata partirà il più imponente pellegrinaggio a piedi verso la sua patrona, a Loreto. Pieno di giovani e di gente di ogni genere.
Compiere un pellegrinaggio è un gesto, non è un pensiero. Una cosa semplice, che viene compiuta da peccatori e da santi, da gente con grande fede e da gente in ricerca. Con questo gesto i cristiani di sempre hanno educato la loro esistenza a concepirsi interamente come un viaggio, come un cammino. Così come tutti gli uomini desiderano. Nessuno vuole che il tempo sia solo un arco sospeso dal niente al niente. E anche chi professa in modo superbo e ambiguo tale concezione dell'esistenza, in realtà si affida poi alla soddisfazione di tanti cammini particolari. Si parla non a caso di "carriera", cioè di fare strada. E si magnificano i "progressi" della scienza e della tecnica, ritenendo dunque di essere in una specie di cammino. Il linguaggio sportivo magnifica il superamento dei record, cioè dello spostamento più in là della meta. Si dice "cadere" malati come una interruzione di cammino. Il gesto del pellegrinaggio richiama gli uomini a ritenere anche tutti quei viaggi nei particolari ambiti dell'esistenza segni e tappe dell'unico grande viaggio della vita, alla cerca del volto buono del Mistero, padre di tutte le cose.