“A Dio tutto è possibile” è il tema del 44° Pellegrinaggio a piedi Macerata-Loreto. Come la raggiungono queste parole di Gesù e che provocazione sono per lei? Di fronte ai conflitti, al dolore, alla morte di tanti fratelli uomini oggi nel mondo, il nostro cuore rischia di smarrirsi. Quali sono i segni di una speranza possibile?
Veramente a Dio tutto è possibile. Per Gesù e per Sua Madre Maria questa era una certezza “tranquillamente” accolta, perché Gesù era certo del Suo rapporto col Padre, e Maria sapeva di poter contare su questo. La sua domanda all’angelo: “come è possibile che io diventi la madre di Dio?” non esprime dubbio, tanto è vero che l’angelo le risponde ricordandole quella certezza che giaceva al fondo del suo cuore: “nulla è impossibile a Dio”, cioè Egli porta a compimento ciò che inizia in noi, basta guardare le tante “Elisabette” che ci sono ancora oggi a testimonianza che Dio opera, Dio cambia. Nella mia vita, anche nei momenti più bui, questa è la certezza che mi accompagna, che mi fa ricominciare speranzoso ogni mattina: “a Te nulla è impossibile, Tu porti a compimento tutto”. Io sono grato delle innumerevoli testimonianze che vedo di uomini e donne pieni di questa speranza, come fiammelle che accendono la notte, come segnali nel fitto bosco del dolore e dell’incomprensione. Perché tutto ciò, o Signore? Fino a quando, o Signore? Queste domande devono fare riscattare in noi il senso del nostro essere nelle mani di Dio.
Papa Francesco in questi mesi è intervenuto più volte ad implorare la pace. Cosa ci sta chiedendo il Papa? Come il suo grido interpella la nostra responsabilità? Cosa vuol dire essere costruttori di pace nella nostra vita quotidiana?
Papa Francesco ci sta richiamando questa speranza: “non lasciatevi derubare della speranza!” è il grido che ripete in quasi tutti i suoi documenti. Ora, un uomo che riconosca la sua appartenenza, il suo essere creatura, se è sincero con se stesso, se non bara col suo cuore, allora capisce bene che non può dare a se stesso la pace, tanto meno ad altri. Ma può rivolgersi a Colui che è il Principe della Pace, Colui che ha rappacificato in Sé coloro che erano divisi, in lotta gli uni con gli altri. Ma questa è una responsabilità “scomoda” perché Cristo ci ha rappacificati donando Se Stesso sulla croce. Per essere costruttori di pace dobbiamo allora riconoscere la croce come presenza, come strumento di pace. Quotidianamente questo significa offrire le proprie azioni, le proprie angosce, le proprie tristezze, le proprie gioie perché Cristo distenda sul mondo la Sua croce di pace, e la Madonna ci avvolga nel suo manto di pace e di misericordia.
Che contributo può dare a noi e al mondo un gesto come il Pellegrinaggio alla Santa Casa di Loreto?
Il Pellegrinaggio a Loreto è il segno di questa offerta di sé fino in fondo. È un cammino, perché non siamo noi a decidere i tempi, i modi, e i frutti dell’offerta, ma possiamo e dobbiamo camminare il cammino della vita di offerta in offerta. Ed è un ringraziamento perché questa pace è già vittoriosa nel nostro cuore e nei rapporti che sapremo costruire.