MACERATA — Tantissima gente proveniente da ogni parte d’Italia, ma anche dalla Francia, dall’Austria, dalla Svizzera a testimonianza che il Pellegrinaggio appartiene oramai a tutti. Gli spalti dello stadio si sono riempiti a mano a mano di tantissime persone di ogni età e il flusso è continuato anche quando si stava celebrando la messa. Erano presenti tutti i vescovi delle Marche e ai lati dell’altare le autorità e gli ospiti. Tra loro anche i rappresentanti dei Papaboys. «Noi — è stata la testimonianza di una di loro — ci siamo imbattuti nella straordinaria figura di Giovanni Paolo II e abbiamo compreso la bellezza di seguire il Vangelo e di offrire la nostra giovinezza a servizio della Chiesa e, quindi, del Papa. Questo pellegrinaggio parte da uno stadio, luogo tipicamente giovanile, per vedere il suo culmine a Loreto, nella casa di Maria.
E’ un pellegrinaggio che rappresenta metaforicamente la vita di ognuno di noi, che partendo dalla quotidianità immersa nel mondo sociale, è sempre in cammino verso qualcosa di supremo, verso un rifugio e una gioia sicura. Siamo qui sapendo che Giovanni Paolo farà questo pellegrinaggio al nostro fianco». E tra i pellegrini c’è anche chi si è incamminato con la fotografia del Santo Padre. Anche Giuliano Ferrara si è soffermato sulla figura di questo Pontefice. «Non ho conosciuto — ha detto — Giovanni Paolo II "il grande" ma l’ho conosciuto, come del resto la stragrande maggioranza di tutti noi, attraverso la storia nella quale ha inciso in modo forte».
«Sono contento di essere qui — ha detto Savino Pezzotta, segretario nazionale della Cisl — e di assistere a questo bagno di gioventù e di fede».