Ho partecipato a due pellegrinaggi della Macerata Loreto, quelli del 2018 e del 2019; l’anno successivo è scoppiata la pandemia e lì si è fermata la mia partecipazione. Quest’anno conto di esserci nuovamente, lo spero tanto.
Come mi è venuta l’idea di partecipare a questa manifestazione? Mi sono imbattuta per caso in un volantino nella chiesa della mia parrocchia a Coriano e, incuriosita, ho chiesto a Patrizia, che so essere del movimento di Comunione e Liberazione, le modalità per potervi partecipare. Quell’anno sono riuscita a coinvolgere anche alcuni colleghi di lavoro e un’amica, con la quale avevo già fatto gli ultimi 300 km del cammino di Santiago. Il secondo anno invece mi sono iscritta da sola, ma poi ho fatto il cammino con altre persone della parrocchia di Coriano, con le quali è nata una reciproca simpatia amicale: la comune fatica tende a creare legami.[…]
Spesso mi tornano in mente parole scritte dalla beata Benedetta Bianchi Porro: “Per chi ha fede tutto è segno” e ancora “è perché lo abbiamo capito, incontrato per un attimo sulla nostra strada” e poi cita San Giovanni “dove andremo?...Tu solo hai parole di vita eterna”. Ecco io credo che i pellegrinaggi, sotto qualsiasi forma vengano fatti, siano occasioni, opportunità per rinnovare questo incontro con Lui. […]
Si parte tra le 21 e le 22 caricati dalla Santa Messa e dal messaggio del Papa. Ognuno di noi porta con sé il proprio carico di speranze, di richieste, anche di richieste di altri che si raccomandano alle nostre preghiere. Ho timore di dimenticare qualcuno, allora chiedo alla Madonna di provvedere anche verso chi ho dimenticato, ma che si è caldamente raccomandato. Ho anche le intenzioni da portare al braciere davanti al Santuario, anche quelle di chi me le ha affidate. Altra responsabilità…
Si comincia a camminare cercando di trovare il ritmo e uno spazio utile, vivibile per camminare. Siamo tantissimi, tutti diversi; si notano gruppi di giovani, giovanissime coppie, coppie con passeggini, babbi con zaini porta bebè, suore: un fiume di gente colorata che si muove tutta nella stessa direzione. Affascinante ed entusiasmante. Ascoltiamo dagli altoparlanti appostati al margine della strada e tenuti da volontari per tutti i 28 km (un plauso anche a questi volontari) le parole di chi guida la carovana di gente. Preghiere, testimonianze, canti e momenti di silenzio, anche questi ultimi molto importanti. E poi i più stravaganti cartelli indicanti le città di provenienza dei gruppi!
La prima Macerata Loreto che ho fatto si sono dimostrati utilissimi, perché con i miei compagni di pellegrinaggio ci siamo smarriti più volte, ma con quei cartelli ci siamo ritrovati facilmente; sembrava di girare tutta Italia in poche centinaia di metri. E così, cammina cammina, si attraversano i paesi, le frazioni, passiamo davanti alle case illuminate, ai bar aperti, alle file di persone davanti ai gabinetti, alle auto della polizia che ci proteggono, alle ambulanze che ci assistono, al Santissimo Sacramento esposto al margine della strada e passo dopo passo ogni persona offre le proprie fatiche per un bene più grande, fino a quando si comincia a vedere l’alba e poi la cupola del Santuario… siamo arrivati?
No ci avevano avvisato: “Quando vedrete il Santuario non illudetevi, manca ancora un’ora di cammino tutto in salita…”. Ma proprio quando la stanchezza inizia a diventare preminente, qualcuno intona: 'Sapete voi che c’è nel mondo una gran casa, è la dimora di Nostro Signor, pieni di forza di grazia e di gloria, è la dimora di Nostro Signor!'
Così al ritmo di questa canzone, cantata da centinaia di persone, si battono le mani ci svegliamo e svegliamo anche tutta la città di Loreto. Infine la sorpresa, un’emozione grande, per me inaspettata la prima volta che ho partecipato: l’ultimo tratto di strada, poco prima di arrivare al Santuario è una lunghissima discesa e già dalla collina si distingue in fondo una statua sul baldacchino che sembra darci il benvenuto. Sembra la Madonna del Santuario, ma dai non può esser vero che l’abbiamo portata fuori dal Santuario! Poi ci si avvicina piano piano e si comincia a dire: “È lei! Si è lei è lei! è proprio lei” e la stanchezza si trasforma in commozione. […]
Non saprei come spiegarlo…io dopo il Pellegrinaggio ritorno a casa con qualcosa in più… una parola, una frase, un fatto, un racconto, una testimonianza o un volto, un sorriso, ma più spesso sono gli esempi di qualcuno che magari neanche conosci, ma che hai osservato o ascoltato. Allora è vero: tutti noi siamo i suoi strumenti ma quasi sempre inconsapevoli del ruolo. Questi fatti mi scuotono, ci scuotono dalle nostre abitudini, dalle nostre idee. […]
Buon cammino a tutti e viva Maria!